Gli scalpellini

Gli Scalpellini

Dal marmo bianco di Malesco alla pietra ollare

Osservando il paesaggio della Valle Vigezzo, appare subito evidente come la pietra sia un elemento rilevante per l’atmosfera rurale; è stata infatti stata largamente impiegata nella costruzione di abitazioni, tetti, elementi architettonici, fontane, tavoli e panche, fioriere, monumenti funebri, e anche strade e selciati.

L’area della Val d’Ossola è molto conosciuta per l’ampia varietà di pietre che si possono estrarre dal suo territorio: il celebre marmo di Candoglia, di Ornavasso e della Valle Strona, il granito del Montorfano, di Baveno, il granito nero di Anzola, il granito verde di Mergozzo, il serizzo della Valle Antigorio, la pietra di Crevola, il Grigio Boden, la Pietra d’Oira.

Più legati alla Valle Vigezzo sono la beola e il serizzo, che definiscono la qualità architettonica dei paesi della vallata; la beola in particolare, grazie alle sue venature e al suo pregio, viene impiegata per gli elementi decorativi, come colonne e archi, oppure per gli elementi strutturali a vista. I tetti invece, erano realizzati invece con serizzo o con rocce granitiche reperite in zona.

Molto diffuse sono anche il marmo bianco di Malesco e la pietra ollare. Il primo è simile al marmo di Candoglia, ma è ricavato a 1800 metri nei pressi del Laghetto del Marmo, nel cuore dei monti del Parco Nazionale Val Grande; la seconda è conosciuta anche come pietra laugera e costituisce numerosissimi massi erratici diffusi in zona. Sono visibili ad esempio nel pavimento interno dell’Oratorio del Gabbio a Malesco costituito da piastrelle quadrate bianche e nere; le balaustre nelle chiese sono spesso realizzate in pietra ollare, così come pentole e recipienti: si tratta di elementi che necessitavano di una decorazione piuttosto dettagliata, e la pietra ollare possiede le qualità necessarie per subire questo tipo di lavorazione.

Il sentiero che porta a Geccio per esempio, si snoda vicino ad un costone roccioso di pietra ollare, sul quale sono visibili le tracce lasciate da un’antica tecnica di estrazione di pentole e paioli; oggi la pietra ollare è utilizzata per produrre principalmente piastre da cottura per vivande.

A Malesco, invece, è possibile visitare l’Ecomuseo della Pietra Ollare (Leuzerie nel dialetto maleschese) e degli Scalpellini, che celebra il territorio del Comune di Malesco, la cui ricchezza è da sempre legata alla pietra e alla sua lavorazione.