La tradizione pittorica

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La tradizione pittorica

Conosciuta anche con l’appellativo di Valle dei Pittori, già dal Seicento la Valle Vigezzo ha ospitato e ispirato generazioni di artisti, ritrattisti e paesaggisti.

La pittura locale, fra il XV e il XVI secolo, ha risentito in minima parte dell’influenza del Rinascimento. Il suo stile era ancora fortemente legato all’arte romanica; il carattere devozionale delle immagini ebbe una notevole influenza sul gusto arcaicizzante dei dipinti, in cui si nota la ripetizione di stili e modelli caratterizzati da figure rigide e statiche in posizione frontale, privi di ricerca prospettica.
Ricorrente è la rappresentazione della Madonna,venerata insieme ad alcuni Santi per invocare la protezione contro le pestilenze.
La tecnica pittorica più diffusa è l’affresco, con limitati interventi di rifinitura a secco, come ad esempio la doratura.

Fulcro di questa tradizione pittorica è la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore. La scuola nasce ufficialmente nel 1878, l’anno a cui risale l’atto di fondazione del pittore Giovanni Maria Rossetti Valentini, artista vigezzino emigrato in Francia. Qui aveva raggiunto la fama come pittore e insegnante di liceo. Una volta tornato in Valle, aprì la scuola gratuita di disegno e ornato, aperta a tutti i giovani che volessero cimentarsi nell’arte pittorica; nonostante le numerose difficoltà, superate grazie alle donazioni dei vigezzini più abbienti e generosi, e grazie anche al maestro Enrico Cavalli, questo ambiente divenne il centro delle attività artistiche e intellettuali della Valle, nonché un modello unico in tutto l’arco alpino.
Oggi la scuola apre sono in occasione di corsi estivi, e conserva le opere di alcuni tra i migliori pittori della zona.

La pittura devozionale

La Valle ha ospitato numerosi artisti di passaggio, provenienti soprattutto dall’area lombarda, i quali realizzarono diversi interventi sulle abitazioni e nei luoghi di culto.

Le strade e gli spazi della Valle custodiscono numerosi esempi di pittura decorativa e devozionale, diffusi sulle facciate delle case e nelle cappelle che sorgono all’interno degli abitati e lungo i sentieri di montagna.

L’iconografia più rappresentativa della pittura devozionale vigezzina è quella della Madonna di Re. In Valle se ne possono osservare diversi esempi, come quello dipinto sulla parete di un’abitazione di Orcesco, posta sulla via principale. Si tratta di un’opera realizzata in una nicchia centrale, con l’immagine della Vergine che porta una corona raggiata e conserva colori ancora molto intensi; accanto, San Carlo Borromeo, venerato in Valle a causa della sua appartenenza alla famiglia feudataria della zona. E’ stato realizzato nel 1649; presenta diverse particolarità, come quella di continuare al di fuori della nicchia o gli errori grammaticali del pittore. L’immagine della Madonna di Re è dipinta con la fronte insanguinata, e il volto e la postura hanno tratti più materni.

Quando la religiosità si nutre di una devozione semplice, spesso legata alla vita quotidiana, al lavoro agricolo e alla natura, è frequente incontrare anche negli alpeggi più remoti piccoli oratori, cappelle e edicole, costruiti con grandi sacrifici dagli alpigiani per richiamare la protezione del proprio Dio, della Madonna o dei Santi, per vegliare una vita spesso minacciata da malattie ed eventi naturali di grande pericolo. Le cappelle costruite in prossimità dei sentieri avevano lo scopo di sostenere il cammino dei viandanti, offrendo riposo e riparo: si tratta di cappelle con un ampio portico frontale, in cui si poteva sostare su semplici sedili, oppure appoggiare la gerla senza neanche toglierla dalle spalle. Sorgevano talvolta sugli incroci fra le mulattiere, ed erano un importante punto di riferimento per non smarrire la via.

Le Chiese conservano opere pittoriche, scultoree e preziosi oggetti sacri. Di grande pregio sono gli affreschi di Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761) e Lorenzo Peretti (1774-1851).