Lo Spazzacamino
Spesso si trattava di bambini, che la famiglia preferiva mandare “fuori”, con i padroni (vecchi spazzacamini che andavano di casa in casa a reclutare i piccoli), per avere una bocca in meno da sfamare durante l’inverno. Inoltre, con la loro corporatura esile e minuta, riuscivano con facilità ad infilarsi nelle cappe e a maneggiare raspa e scopino al buio, con il capo avvolto nella caparuza, una sorta di berretto privo di aperture.
La vita dei piccoli rüska era piena di fatiche e sofferenza; spesso subivano maltrattamenti da parte del padrone, che li costringeva a lavori estenuanti tenendoli senza cibo, per evitare che si irrobustissero e non riuscissero più ad entrare nei camini. Così, per mangiare, i bambini erano costretti ad elemosinare una pagnotta, un piatto di minestra o gli scarti dei negozi. Il fenomeno dei piccoli rusca si esaurì tra il 1940 e il 1950, con la scomparsa dei caminetti e il diffondersi delle stufe e dei moderno sistemi di riscaldamento.