Le Chiese

Le Chiese

Tra arte e devozione

Le Chiese di Craveggia

La chiesa parrocchiale è stata costruita nel Settecento ed è dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo.

Gli affreschi che ne decorano gli interni sono opera di Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761); lo stesso artista ha realizzato anche i teleri con le vite dei due Santi; a loro sono dedicati anche gli affreschi delle lunette del portico, decorato per mano di Lorenzo Peretti (1774-1851).

La struttura architettonica divide la chiesa in tre navate; nel presbiterio sono molto interessanti i vetri a piombo di fattura parigina, realizzati nel XIX secolo.

In piazza sorge anche l’Oratorio di Santa Marta, completato nel 1752 dall’architetto craveggese Antonio Ferino. Diversi ordini di finestre illuminano l’architettura sobria ed elegante, mentre all’interno sono visibili i dipinti murali di Lorenzo Peretti, eseguiti nel 1836, con le vicende biografiche di Marta, Maria e Lazzaro.

Da non perdere, la cripta della famiglia Mellerio.

Fra le due chiese, al centro della piazza, si trova il Battistero, costruito nel 1708 come tomba della famiglia Garbagni; nel 1835 ha assunto la destinazione d’uso attuale. Ospita un presepe permanente, con statuine lignee del XVIII secolo vestite in abiti settecenteschi.
L’esterno presenta gli affreschi di Lorenzo Peretti.

L’Oratorio del Piaggio è stato costruito nel 1646, come suggerisce la lapide incisa collocata sulla facciata, su uno sperone di roccia poco lontano dall’abitato, al quale si collega con una bellissima Via Crucis datata 1742 (le stazioni VIII, IX e XIII sono affrescate da Giuseppe Mattia Borgnis).

Nel 1670 il pittore craveggese Carlo Mellerio ha dipinto la pala d’altare con due donne intente al primo lavacro della Vergine, guidate da Sant’Anna e San Gioacchino. L’architrave del transetto, in legno dorato, è stato realizzato da Carlo Antonio Fiora, scultore di Crana. Giuseppe Mattia Borgnis ha lavorato al Piaggio nel 1727, con Andrea dell’Angelo: a loro si devono gli affreschi della volta del presbiterio con la Beata Vergine Immacolata e i medaglioni con le virtù cardinali.

Le Chiese di Santa Maria Maggiore e frazioni

Una pergamena dell’anno 1022 attesta l’esistenza della parrocchia di Santa Maria Maggiore già negli anni antecedenti al Mille. Non sono state conservate informazioni riguardo a questa chiesa, sebbene la tradizione e un antico ex voto sostengano che sia stata edificata dai SS. Giulio e Giuliano, i primi evangelizzatori della Valle.

Alcuni elementi architettonici visibili nell’edificio settecentesco della chiesa fanno pensare a primitive caratteristiche romaniche: gli archetti pensili, un animale stiloforo, una formella in pietra nel muro e il campanile, unica struttura romanica conservata.
La chiesa visibile oggi è stata costruita tra il 1734 e il 1743, almeno per quanto riguarda la muratura principale.
La cupola centrale è decorata con un grande affresco, che conta più di quattrocento figure, rappresenta la Gloria di Maria in Cielo; sopra il presbiterio, il dipinto del catino mostra Cristo e il Coro di Angeli musicanti in attesa della Beata Vergine Maria; sui muri laterali del presbiterio, altri affreschi raffigurano la Nascita e il Transito della Beata Vergine Maria, mentre sulla pala d’altare è dipinta l’Assunzione. I dipinti sono opera di Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761); alcune decorazioni delle volte e delle pareti sono state affidate a Lorenzo Peretti (1774-1851), che si occupò anche del catino affrescato nel portico.
All’interno della grande chiesa parrocchiale, si trova l’Oratorio dedicato a San Giovanni Battista decollato, rappresentato nel dipinto seicentesco sopra l’ingresso. La pala d’altare è di Carlo Fornara, dipinta nel 1911.

La chiesa di Buttogno risale al 1652 ed è dedicata a San Lorenzo e Sant’Antonio. Sorge sulla perimetria del precedente Oratorio, costruito nel 1652. Gli affreschi sono del pittore Lorenzo Peretti (1774-1851), tra i quali è da citare un tondo raffigurante una raffinata Santa Cecilia che suona l’organo.
L’opera di maggior pregio conservata nella chiesa è il dipinto ad olio realizzato da Daniele Crespi (1590 – 1630), che rappresenta Gesù in croce tra i Santi Francesco d’Assisi e Carlo Borromeo.

La piazza di Crana è caratterizzata dalla presenza di due edifici religiosi che si intersecano l’uno nell’altro: si tratta della chiesetta dedicata a San Giovanni Evangelista, risalente al XVIII secolo e l’Oratorio di San Rocco.
Quest’ultimo rappresenta un ex voto degli abitanti del paese per essere stati risparmiati dall’epidemia di peste che aveva colpito la zona tra il 1529 e il 1530.
Per quanto riguarda le pitture, la chiesa è stata affrescata da Giuseppe Maria Borgnis, mentre l’Oratorio presenta i dipinti murali che il pittore lombardo Battista da Legnano ha realizzato nel 1534: si tratta di dodici grandi riquadri con la vita del Santo, raccontato con brevi cartigli. Purtroppo lo stato di conservazione non è dei migliori: sulla parete sinistra la cromia originale degli affreschi è andata perduta in seguito ai restauri condotti da Luigi Morgari nel 1894.

Le chiese di Druogno e frazioni

La chiesa di San Silvestro a Druogno si è separata dalla chiesa di Santa Maria Maggiore nel Seicento. Presenta dipinti murali realizzati da pittori locali, e conserva una tela del 1685 di Gustavo Maes acquistata ad Anversa da vigezzini emigranti; raffigura Sant’Antonio da Padova a Lisbona al processo del padre accusato di omicidio. Gli affreschi sulla volta e quelli dell’abside sono opera di Carlo Mellerio e Giacomo Rossetti; quest’ultimo ha realizzato alla fine del Seicento gli affreschi del catino absidale con la Gloria di San Silvestro Papa.

L’Oratorio di San Rocco a Sagrogno presenta un abside semicircolare aggettante, e un affresco raffigurante l’annunciazione nell’alzata di muro che segna l’inizio dell’altare maggiore; Sasseglio ospita invece il Sacello del SS. Sacramento, affrescato da Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761) nel 1751, l’antico Oratorio di San Marco e dei raffinati affreschi del XV secolo rappresentanti San Sebastiano e San Rocco.

L’Oratorio di San Michele si trova ad Albogno; alcuni documenti ne tracciano l’esistenza già nel 1696. E’ un edificio ricco di stucchi, con il presbiterio decorato da colonne tortili e capitelli, e conserva una tela dipinta con la Vittoria di San Michele su Lucifero, copia dell’opera di Guido Reni.

A Gagnone si trova l’Oratorio di San Defendente, costruito come ex voto per salvare il paese da ogni calamità. Conserva alcune reliquie donate nel 1834 dalla benefattrice Anna Bolongaro, ma non ci sono testimonianze che le riconducano con certezza alla vita del Santo; una leggenda narra che l’Oratorio di San Giulio fu il primo oratorio costruito in Valle per la devozione in San Giulio, il primo predicatore cristiano sul territorio insieme a San Giuliano. Oggi è sconsacrato. Un tempo affrescato, dei dipinti originali è conservata oggi solo la pala dell’altare maggiore, sebbene gli stucchi si presentino intatti. Nel 1915 è stato affrescato da Giovanni Battista Ciolina. L’ingresso principale è coperto da un portico in pietra. Accanto all’Oratorio, si erige la Cappella dell’Addio, dove i famigliari salutavano i propri cari pronti a emigrare. Restaurato di recente, l’Oratorio di San Giulio ospita anche la biblioteca comunale e possiede una sala conferenze. All’esterno è visibile il Giardino di Montagna, con le sculture novecentesche di Giancarlo Sangregorio.

L’Oratorio di Orcesco è dedicato a San Carlo, un Santo che godeva di grande venerazione per via della sua appartenenza alla famiglia Borromeo, feudataria della Valle.

A Coimo sono presenti due chiese: una collocata appena fuori dal centro abitato, dedicata a Sant’Ambrogio, e l’altra sorta tra le vie del paese, dedicata alla Beata Vergine. 

La chiesa di Sant’Ambrogio, costruita con pietra a vista secondo i dettami dello stile romanico, è caratterizzata da un effetto a volute di grande armonia, con un pronao tetrastilo di gusto classico, a colonne binate. Nella parete esterna volta a sud è presente una grande pietra segnata da diverse coppelle che disegnano una croce. Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761) ha realizzato la decorazione ad affresco nel 1728, affiancandosi a un affresco del XV secolo con l’immagine della Beata Vergine, che si pensa possa risalire alla nascita della Confraternita dei Disciplinati. Questo dipinto, anche se oggi si presenta male conservato, rimane l’opera di maggiore suggestione dell’edificio.

Al centro del paese, la chiesa della Beata Vergine risale al XVII secolo, su volere del parroco don Pier Lorenzo Negro e dalla popolazione.

Le Chiese di Toceno

La costruzione della chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate a Toceno risale al Seicento; nel secolo successivo è stata riedificata, per essere definitivamente conclusa all’inizio dell’Ottocento. Presenta due cappelle laterali, collocate circa a metà della navata, dedicate alla Madonna del Rosario e a San Giuseppe. Sulle pareti del presbiterio si possono osservare due affreschi realizzati nel 1822 da Lorenzo Peretti (1774-1851), che raffigurano la Nascita di Gesù e l’Adorazione dei Magi.
Poco lontano, si trova l’Oratorio di Sant’Antonio da Padova, consacrato chiesa parrocchiale nel 1603 dal Vescovo Bescapè. L’abside poligonale dell’altare maggiore è decorato con gli affreschi di Battista da Legnano, lo stesso colorista lombardo che lavorò ai dipinti murali dell’Oratorio di San Rocco a Crana nel 1534. L’Oratorio di Sant’Antonio presenta una particolarità: un soffitto a capriate lignee, di grande originalità in Valle Vigezzo.
Il muro esterno rivolto a sud propone una malinconica pietà che ricalca un modello iconografico già presente a Cannobio, e un affresco con l’arma del Vescovo Arcimboldi.

Passeggiando per il centro di Toceno si giunge all’Oratorio della Madonna del Sasso, che sorge su uno sperone di roccia. Ha assunto la forma attuale nel Settecento, grazie all’ampliamento di un pilone votivo dedicato alla Vergine. Osservando il paesaggio della Valle Vigezzo, appare subito evidente come la pietra sia un elemento rilevante per l’atmosfera rurale: da sempre ampiamente usata nella costruzione di abitazioni, tetti, fontane, tavoli e panche, fioriere, strade, selciati e molto altro.

Le Chiese di Malesco e frazioni

La chiesa parrocchiale di Malesco è dedicata ai Santi Pietro e Paolo ed ha una sola navata, ai lati della quale si aprono sei cappelle in cui sono custoditi dipinti ad olio realizzati dai maggiori pittori vigezzini, in particolare dalla famiglia Sotta; sono decorate con affreschi realizzati nel 1864 da Giovanni Valtorta, finalizzati a far comprendere ai fedeli il messaggio di salvezza.
Sopra le porte laterali sono collocati due teleri firmati da Roman Bartolomeo di Madrid, che rappresentano San Gerolamo e San Giovanni Battista, donati nel 1857 dal benefattore Pollini.
Le pareti del presbiterio sono state affrescate da Pietro Molgiani, con il Martirio di San Pietro e quello di San Paolo: lo stile dei dipinti è molto forte e realistico.
Nel 1705 la chiesa è stata soggetta a lavori di ristrutturazione.

Accanto alla chiesa si trova l’Oratorio di San Bernardino, risalente agli anni 1772-1777, appartenuto all’omonima Confraternita. Qui il pittore Giuseppe Torricelli di Lugano ha dipinto la cupola con la Gloria di San Bernardino da Siena e i pennacchi con le Virtù Cardinali; la volta del coro è stata invece affrescata da C.G. Peretti, che ha dipinto putti, vasi di fiori e motivi ornamentali. Anche qui è possibile osservare un’opera del pittore Roman Bartolomeo di Madrid, donata da Giacomo Pollini.

L’Oratorio del Gabbio sorge in un territorio posto tra il letto del corso d’acqua e il versante della montagna, nel cosiddetto “gabbio”, da cui il nome dell’Oratorio.
E’ dedicato alla Beata Vergine delle Grazie e a San Giuseppe, fu costruito fra il 1723 e il 1727 come ampliamento di un altro più piccolo, nel quale si venerava un affresco della Vergine considerato miracoloso, dopo che nel 1513 il paese era stato risparmiato da una grave pestilenza, per marginare la quale fu cercata una soluzione appostando qui un lazzaretto. Datato 1522, l’iconografia è quella della Madonna del Latte, di impostazione arcaicizzante, con un ricco panneggio.
Appena eretto il coro, si trasportò l’immagine della Madonna sopra l’altare, spostandola dalla cappelletta in cui era stata originariamente dipinta.
Per il compimento della decorazione interna, mancavano ancora gli affreschi del coro e della cupola, eseguiti nel 1733 dal pittore Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761).
Per quanto riguarda l’atrio esso fu fatto costruire nell’estate del 1737 su richiesta di due donne del paese, come testimoniano alcuni documenti ritrovati nell’archivio.

La Chiesa di Zornasco è dedicata a San Bernardo da Mentone ed è stata costruita su un piccolo Oratorio datato 1457 e corrispondente all’attuale sacrestia. Qui è conservata una Madonna Addolorata in cera del XVII secolo.
L’architettura è a una sola navata, e custodisce fra le tante cose una Madonna Addolorata del 1848 giunta da Vienna, donata da Pietro De Zanna, emigrante inventore del calorifero ad aria calda, e il paliotto di San Pietro che piange in prigione di Giacomo Rossetti.
La chiesa è circondata dalle sedici cappelle con le stazioni della Via Crucis; la terza e la quarta custodiscono gli affreschi realizzati da Lorenzo Peretti (1774-1851).
Ottenne la separazione dalla parrocchia di Malesco nel 1662, poiché durante i periodi di piena del fiume Melezzo, il parroco non poteva recarsi a Zornasco per somministrare i Sacramenti ai malati.

Il Piano di Zornasco ospita la Chiesa di Santa Rita.

A Finero, la chiesa parrocchiale è dedicata a San Gottardo; si tratta di un edificio ad una sola navata, con l’altare chiuso da una balaustra di marmo policromo. I dipinti murali sono opera di Lorenzo Peretti e Giuseppe Mattia Borgnis. Il campanile, che risale al 1759, ospita le sei campane di bronzo con una piccola percentuale di argento, che ne conferisce il suono gradevole.

L’Oratorio della Madonna del Sasso, dedicato al culto della Madonna di Loreto, è situato poco lontano dal centro abitato. In armonia con l’architettura montana, presenta il caratteristico tetto in piode. Esisteva già nel XVI secolo, ma nei secoli successivi è stato oggetto di ampliamenti, terminati nell’Ottocento. Fino al Settecento è appartenuto alla famiglia Pironi, per poi diventare proprietà della curia nel corso del secolo.

Le Chiese di Villette

A Villette, la chiesa parrocchiale è dedicata a San Bartolomeo Apostolo e sorge all’ingresso dell’abitato. Di epoca antica, fu edificata in forma monumentale in epoca romanica; dal 1626 l’edificio parrocchiale fu totalmente ricostruito e decorato nell’Ottocento. Si possono osservare due meridiane: una di epoca recente e una risalente al XVII secolo.
L’interno è abbellito da affreschi pregiati, realizzati da Bernardino Peretti e di Antonio Maria Cotti.

Sempre seicentesco è l’Oratorio di San Rocco a Vallaro, eretto nel 1655 come ex voto per una pestilenza che aveva decimato la popolazione del paese.
Gagliago ospita invece l’Oratorio di San Giuseppe, risalente al 1740.

La Cappella della Madonna del Riale sorge poco lontano dal passaggio di un corso d’acqua, ed è stata costruita come protezione contro le calamità. La cappella è datata 1737 e presenta due parti: l’edicola e un protiro costruito in seguito, retto da due colonne e chiuso da un cancello.
Restaurata nel 1967, è decorata con affreschi realizzati da Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761) raffiguranti la Vergine Immacolata circondata da putti e a sinistra San Giovanni Battista. La parte destra dell’affresco presenta un degrado da umidità.
L’altare presente all’interno, suggerisce la celebrazione di alcune funzioni religiose.

Il Santuario di Re

Re rappresenta il cuore devozionale della Valle Vigezzo, con il suo Santuario meta di pellegrinaggi alla Madonna del Sangue.

Il Santuario sorge per celebrare il miracolo avvenuto nel 1494, anno in cui l’affresco della Madonna sulla facciata dell’antica chiesa iniziò a sanguinare, dopo essere stata colpita da una pietra lanciata da un ragazzo, Giovanni Zuccone, in uno slancio d’ira per aver perso al gioco delle piodelle (simile alle bocce).

Il progetto dell’edificio è stato affidato all’architetto Collamarini, sulla base del quale è stato costruito il Santuario tra il 1922 e il 1958, intersecando la precedente chiesa di San Maurizio. Tre grosse cupole suggeriscono un’ispirazione bizantina, unica nel suo genere in Valle. Per la costruzione è stata impiegata la pietra locale.

Tre grandi portali si aprono verso sud, impreziositi da altorilievi raffiguranti la vita della Vergine e le vicende del miracolo di Re. Sono opera di Luigi Fornara e di Luigi Teruggi.

L’interno è composto da due ordini di gigantesche colonne, sulle quale sono posizionate delle formelle di in smalto su rame rappresentanti la Via Crucis. Le vetrate sono decorate con uno stile astratto, che si accende di colori molto vividi, e racconta un preciso disegno teologico.

La chiesa di San Maurizio è del XVII secolo; nel portico all’ingresso si trovano due affreschi realizzati da Lorenzo Peretti (1774 – 1851), che raffigurano San Giorgio e San Maurizio.

L’interno presenta una sola navata e il pavimento in laugèra e marmo bianco di Scaredi; l’altare è barocco, assemblato con marmo policromo; sopra l’altare è stata collocata l’immagine miracolosa della Madonna col Bambino: questa iconografia della Madonna del Latte vede la Vergine raffigurata con gusto arcaico, definito dallo sguardo ieratico fisso in direzione frontale e l’assenza di tridimensionalità. Un seno è scoperto e dipinto di profilo; la veste è scura e stellata. Porta tre rose rosse nella mano destra, simbolo della Trinità e di purezza. Il Bambino è dipinto in atteggiamento regale e benedicente. Alla base dell’affresco compare un cartiglio con la scritta “in gremio matris sedet sapientia patris”.

Il pittore della Madonna di Re, che ha realizzato l’affresco tra il 1380 e il 1390, dipinge la Vergine come è stata rappresentata dal Cosiglio di Efeso, come Genitrice di Dio. Pertanto è raffigurata nel gesto più rappresentativo della maternità, quello di dare il latte, mentre il Bambino non succhia ma compie un gesto benedicente.

Nella parte posteriore dell’altare è conservato il reliquiario con il sangue della Vergine colpita dalla pietra.