L’emigrazione dalla Valle Vigezzo al resto del mondo
C’è stato un tempo in cui i vigezzini sono stati costretti ad emigrare dalla Valle, per cercare fortuna altrove.
Le cause dell’emigrazione vigezzina si trovano nella posizione e nella struttura della Valle: questi due fattori, infatti, determinarono, nei secoli scorsi, mancanza di fonti di guadagno, difficoltà di trasporto e di rifornimento, sterilità del suolo e scarsità di prodotti, sempre insufficienti per il sostentamento della popolazione.
A queste difficoltà, si unirono, anche le diverse dominazioni così come saccheggi e depredazioni che, storicamente, i vigezzini fronteggiarono con i loro oneri.
Il punto di origine dei fenomeni di emigrazione vigezzina è impossibile da stabilire: Giacomo Pollini lancia l’ipotesi secondo la quale le vie di passaggio tra le montagne furono indicate dai romani; De Maurizi indica alcuni documenti trecenteschi in cui è annotato come contadini e vignaioli si recassero a lavorare in vallate vicine; altre fonti segnalano la presenza di vigezzini a Parigi nel XIV secolo.
Tuttavia è stato il Seicento a contare il maggior numero di emigranti, in corrispondenza della dominazione spagnola in Valle Vigezzo, periodo di miseria, carestia e peste.
Durante il Seicento, molti si recarono in Francia (di cui un illustre esempio è dato dalla famiglia Mellerio di Craveggia, noti gioiellieri), altri in Germania (come Giovanni Paolo Feminis, inventore dell’acqua di Colonia), in Belgio, in Olanda. Mete di emigrazione furono anche le regioni d’Italia, la Svizzera e l’Inghilterra, la Spagna fino ad arrivare in America, dividendosi tra Argentina, Stati Uniti e America Centrale.
Gli emigranti vigezzini all’estero furono soprattutto spazzacamini, operai, contadini, boscaioli, ma anche artisti, mercanti, gioiellieri e banchieri. Buona parte delle ricchezze e degli edifici di pregio presenti in Valle Vigezzo, si devono alla fortuna che tutti questi personaggi riuscirono a fare all’estero e che fecero affluire in valle.
LE INFLUENZE DELL’EMIGRAZIONE SULLA VALLE VIGEZZO
Lo spostamento di alcuni vigezzini in Francia ha inciso sul dialetto della Valle: la sua morfologia e la sua fonetica appartengono al gruppo italo-gallo-latino, ma si ascolta anche un’influenza francese e provenzale.
Anche i costumi si ingentilirono, grazie all’introduzione di nuovi tessuti e preziosi ornamenti che resero l’abbigliamento più elegante.
Furono costruite abitazioni con muri più spessi, grandi camini, affreschi, parchi e giardini e sorsero ospedali e scuole, tra cui la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore e l’Ospedale Trabucchi a Malesco.
Cospicue, infine, furono le donazioni alle chiese, tra le quali si ricorda il famoso e ricchissimo Tesoro di Craveggia.
Per chi volesse approfondire, consigliamo
Ceccomori, Arnaldo, Mori, Claudio, Dalla valle Vigezzo al Rio Grande do Sul. Storia dei cugini Giorgis (1853-1927) CM edizioni, 2010
Ceccomori, Arnaldo – Mori, Claudio, Siskiyou Road: Dalla Valle Vigezzo al Nord California 1896-1928: Volume 6 , CreateSpace Independent Publishing Platform; 2 edizione, 2014
Ceccomori, Arnaldo – Mori, Claudio, Speranza Argentina: Emigrazione vigezzina in Sud America , CreateSpace Independent Publishing Platform, 2013
Gennari, Luciano, Le porte del mondo: La Valle Vigezzo, l’emigrazione, la Francia, il fascismo, la guerra, la fede, l’arte: Volume 8 , CreateSpace Independent Publishing Platform, 2015
Mori, Claudio – Ceccomori, Arnaldo, Rue des Lombards: L’emigrazione dalla Valle Vigezzo in Francia e in Europa: Volume 1 , CreateSpace Independent Publishing Platform, 2012
Mori, Claudio, Ceccomori, Arnaldo, Speranza Argentina: Emigrazione vigezzina in Sud America (Memorie Vol. 4) , CM edizioni, 2013
Rossi, Luigi, Il Piemonte in Europa. 500 anni di emigrazione della valle Vigezzo. La famiglia Farina e l’acqua di colonia , Interlinea edizioni